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Reframe

Alessia Maiuri, 2013

 

Bepi Ghiotti's series of photographs Reframe is the result of an artistic operation, where author and time intersect as protagonists of a unique creative process.

Ghiotti revisits old advertising pages, taken from glossy magazines, by observing their deterioration due to natural agents for years, and then fixing them again with new photographic shots. 

The images break into small different fragments, which thicken into unexpected cores, opening to apophenic mechanisms of interpretation, even if the artist is not mainly interested in the abstract, or still vaguely figurative sinthesys of the final images. The final result is indeed just the vehicle which reflects the “action” that happened on the body of the image with the passing of time, a sort of meta-artistic performance that builts the image in its entirety.

The time of waiting ad the time of the author intersect and stop in the exact moment where the final image reach an aesthetical quality, which erects it to the status of work of art.

Ghiotti realizes a backwords operation: a deconstructive project , activated by the passing of time, thus reflecting on the destiny of mediatic protography. Time's iconoclastic action unmercifully consignes to the oblivion the bulimia of advertising images, which characterizes the speedy story of commercial brands. The same ageing wave which hits the names of the brands, still vaguely visible, seems to beat also the body's portions, thus suggesting the slow distruction and death of the image and of its symbolic content.

One can appreciate in Ghiotti's work a sort of “detachement” from the media he uses. Photography as a media and final product, seems to be deprived from its aura in favour of a more conceptual approach. The same approch Ghiotti shows in other works, such as in Sources, where time is again co-star in the creative action. A time of waiting and of searching, static as in Reframe, or dynamic as in Sources, in which Ghiotti pushes himself until the unexplored sources of eastern rivers, to interpret in a silent and neutral way the origin of the water flow and its image.

In Reframe there's no physical reclimbing towards a real and symbolic place, but a looking back by the artist to his long practice of advertising photography. A recall that moves towards an involutive direction, to the slow disintegration and disappearance of those images.

Reframe

Alessia Maiuri, 2013

La serie fotografica Reframe di Bepi Ghiotti è frutto di un'operazione artistica in cui l'autore e il tempo interagiscono come coprotagonisti di un unico processo creativo.

Ghiotti rivisita, infatti, vecchie pagine pubblicitarie di giornali patinati,  di cui osserva per anni il naturale deterioramento per effetto di agenti naturali, per poi fermarle in nuovi scatti fotografici.

Le immagini si scompongono in frammenti, che si addensano in nuclei imprevisti, che aprono a loro volta a meccanismi d'interpretazione apofenici, sebbene all'artista non interessi la sintesi astratta o ancora vagamente figurativa a cui gli scatti originari si riducono. Il risultato finale è solo il veicolo che racconta “l'azione” che si è realizzata nel tempo sul corpo dell'immagine, una sorta di performance meta-artistica che costituisce l'opera nella sua interezza. Il tempo dell'attesa e quello dell'autore si intersecano e  si interrompono nel momento in cui l'immagine finale raggiunge una qualità estetica, che la erge ad opera d'arte finita.

Ghiotti mette in atto un'operazione a ritroso: un procedimento decostruttivo, innescato dal passaggio del tempo, riflettendo così sul destino delle fotografia mediatica. L'azione iconoclasta del tempo riconsegna impietosa all'oblio quella bulimia di immagini pubblicitarie, che caratterizzano la  rapidissima storia commerciale dei grandi brand. E insieme ai marchi appena leggibili, la stessa ondata di invecchiamento sembra assalire i lembi dei corpi, quasi a suggerire la lenta distruzione e morte non solo dell'immagine, ma anche del suo riferimento simbolico e contenutistico. 

Si nota in Ghiotti un certo “detachement” rispetto al mezzo utilizzato. La fotografia come strumento e come prodotto finale risulta svuotata della sua aura a favore di un approccio più concettuale, che ben si coglie anche in altri lavori dell'artista, come la serie Sources, in cui di nuovo il “tempo” è coprotagonista dell'azione creativa. Un tempo di attesa e di ricerca, statico, come in Reframe, o dinamico, come in Sources, in cui Ghiotti si spinge fino alle sorgenti inesplorate dei fiumi orientali per farsi interprete silenzioso e  neutrale dell'origine del corso d'acqua e della sua immagine. In Reframe  non c'è la risalita fisica verso un luogo, reale e simbolico, ma un volgere lo sguardo all'indietro, verso la lunga pratica dell'artista con la fotografia pubblicitaria. Una ripresa, che muove in direzione involutiva, verso il lento disgregamento e la scomparsa delle immagini stesse. 

 

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